Free the Nipple
La campagna per l’uguaglianza del capezzolo

Il nome di questa campagna potrebbe apparire forse bizzarro, ma nasconde, invece, un significato molto importante, per le donne e per tutta la società.
Perché ci si batte per liberare i capezzoli? Perché sono da sempre oggetto di una connotazione sessuale che li rende socialmente “inaccettabili”.
Dimenticavamo un dettaglio decisivo: stiamo parlando dei capezzoli femminili. Quelli maschili, infatti, non hanno nessuna connotazione e possono essere tranquillamente mostrati in pubblico come qualsiasi altra parte del corpo, come un gomito o una caviglia.
I capezzoli femminili, invece, nella evoluta società occidentale, sono ancora caricati di significati tipicamente sessuali e, per questo, devono essere relegati alla sfera intima e personale, non devono essere mai mostrati in pubblico, neanche “velatamente”, sono, cioè, sconvenienti anche quando se ne intravede la sporgenza al di sotto degli abiti.
Persino sui modernissimi social media il capezzolo femminile rappresenta un tabù: non è assolutamente ammessa la pubblicazione di immagini ove sia presente un capezzolo femminile, mentre non esistono problemi per quelli maschili. Ad onor del vero due eccezioni ci sono, ovvero ci sono due casi in cui il seno femminile può essere mostrato: nelle immagini che ritraggono scene relative all’allattamento e in quelle che mostrano gli esiti di una mastectomia. Un po’ riduttivo…

La campagna Free The Nipple ha come obiettivo l’abbattimento di queste disuguaglianze di genere, attraverso la diffusione di materiale culturale come film, foto e testimonianze.
Alla base di questo movimento c’è un’idea di uguaglianza: il seno femminile e il seno maschile non devono essere considerati differenti, non devono avere un significato e un peso diverso per la società; una donna deve potersi sentire libera di mostrare il proprio seno esattamente come ad oggi avviene normalmente per gli uomini.

Sollevare la questione sociale capezzoli ha portato anche a parlare del loro aspetto, facendo emergere anche quelle difficoltà che, in genere, le donne vivono da sole nella loro intimità più ristretta. I capezzoli, infatti, non sono tutti uguali, non sono tutti turgidi e pieni; ve ne sono anche di poco sporgenti, di piatti e di introflessi.
Esattamente come per qualsiasi altra parte del corpo, anche i capezzoli hanno diverse forme e diverse dimensioni, lontane dall’immagine stereotipata normalmente diffusa, e, in alcuni casi, possono persino essere fonte di disagio e difficoltà.
La chirurgia estetica viene in aiuto anche di questo genere di problematiche legate all’aspetto e alla conformazione dei capezzoli. In che modo?

• Nel caso si voglia ottenere una sporgenza più evidente si può intervenire contestualmente all’intervento di mastoplastica additiva: tramite l’inserimento di una giusta tipologia di protesi, infatti, si possono spingere un po’ in fuori i tessuti, andando ad ottenere un effetto di capezzoli più sporgenti.

• Sempre per evidenziare la sporgenza sono un’ottima soluzione i filler: esattamente come avviene, ad esempio, per le labbra, i filler possono andare a creare un volume laddove è assente naturalmente – trattandosi di un trattamento totalmente riassorbibile va ripetuto periodicamente.

• Sui capezzoli totalmente piatti o introflessi si può, invece, intervenire chirurgicamente.






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